Un buio così poco illuminato La benda sugli occhi. Le mani prigioniere. Seduto in terra. Poggiato al muro. Mi fa tutto male, come se mi avessero picchiato, non ricordo nulla. Mi alzo spingendo con le gambe, le mani dietro si graffiano sulla parete ruvida. Accenno qualche cauto passo. Sarà una cella? Perché mi hanno rinchiuso? Sarà un buco con una griglia in alto, dalla quale i miei carcerieri possono spiarmi? Cosa ho fatto per meritare questo? Avanzo piano, con accortezza, ho paura di farmi male, chissà dov’è il letto, se ci sono oggetti che intralciano. Chissà! Allungo un piede, ho la testa incassata tra le spalle a proteggerla da ostacoli improvvisi. Avanzo. Vuoto, c’è del vuoto sotto al mio piede, dovrei essere al centro della stanza, non sono sicuro che lo sia, torno indietro, mi poggio alla parete, ne seguo il profilo, mi sembra uno spazio circolare, giro, giro, chissà se sono tornato al punto di partenza, non capisco. Nessuna suppellettile, perlomeno per...