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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

VITA PUTTANA

VITA PUTTANA Ecco, La stanza del cuore.  Somigliante a quella di mille altri; di cuori angusti, Abbandonati, desolati, scrostati, Percossi, umiliati, sofferenti e bucati. L’hai abbandonata così! Il pavimento dei sentimenti oscilla, Puoi metterci un piede in fallo E mulinare l’anima. Le mura grigie e misere, I tuoi ricordi gravitati e sparsi, Si fan beffe di me. E io installato in punta Di quella rivoltata sedia, Che sono le passioni godute, o che ci posseggono, Mormoro: cazzo, dove sei? Dove sei, dove sei, dove sei fuggita? Puttana, troia di una vita. Vita, puttana, Che mi ti sei concessa A prezzo esorbitante , Facendomi solo una sega. Rendimi la lava esplosa, L’avessi almeno digerita male, Che ti sia andata di traverso, Che tu ti sia strozzata. Puttana di una vita. STHEP

PUGNI

PUGNI Son arrivato di fronte a te con i pugni chiusi, stringendo i miei sogni. E quando tu non li hai voluti vedere, ho aperto le mani. Son caduti in terra, non li hai raccolti e nemmeno calpestati. STHEP

ESPLOSIONE

ESPLOSIONE Cosa abbiamo stavolta? Capo, un altro, ne abbiamo un altro. Anche lui semivestito e con il membro al vento e sembra, dai primi rilievi, abbia avuto un rapporto sessuale prima di morire. Ferite? Nessuna, come gli altri due. Si avviarono verso il campo, l’Ispettore avanti e il Vice Questore a seguire; al centro della radura alcuni uomini con le tute bianche stavano finendo i rilievi. Il morto era un cinquantenne atletico e piacente, pensò il Vice Questore. Causa della morte? Non lo sappiamo ancora dottore, però sembra un caso simile agli altri due, rispose l’agente della Scientifica. In che senso? Nessun segno sul corpo, quel sorriso soddisfatto in viso. È stata una donna? Dalle indiscrezioni sulle autopsie dei due morti precedenti non ci sono dubbi, il DNA non mente. Riceverà i risultati stamattina. Però… Però cosa?, chiese il Dirigente. È che negli altri due casi il DNA femm...

NERO NERISSIMO

NERO NERISSIMO Dall’inferno, 25 Maggio 2015 A Giorgio   Mi hai chiesto più volte di raccontarti tutto, lo hai fatto spesso durante la nostra frequentazione, non ho più motivo per non farlo.   Ti dirò la verità, non terrò più nulla per me, saprai finalmente quel che c’è da sapere. Te lo devo, lo devo a un uomo che ha speso gran parte della sua carriera per mettermi in un angolo, senza riuscirci, ma giocando lealmente, tranne qualche piccolo sgambetto, di tanto in tanto.   Te lo devo per il rispetto che hai avuto per me, potevi spararmi in faccia mille volte, quando tentennavo per una risposta, prendevo tempo, rielaboravo un piano per crearmi un alibi che reggesse, raccontavo storie che a fatica stavano in piedi, quando assumevo quell’aria spavalda che odiavi.   Consideralo il mio regalo di compleanno, ben più di quello che i colleghi ti avranno donato durante le solite noiose cene dei tuoi passati genetliaci. Lo so che guadagnano ...