PIOVE OGGI GIANFRANCO C’erano giornate che iniziavano con l’adunata generale al parco, alle nove, e terminavano con la diaspora verso le rispettive case, solo dopo le infinite grida delle mamme affacciate alle finestre che annunciavano che la cena era già in tavola e fredda. Erano giornate che non finivano mai, trascorse cambiando gioco in continuazione perché eravamo diventati all’improvviso troppi o perché il più bravo di noi si era stancato di vincere sempre oppure perché qualcuno proponeva una novità. Quando un pallone rotolava tra le nostre gambe, anticipando l’arrivo di chi ne possedeva ancora uno, le interminabili partite di calcio prendevano vita fino a che il punteggio diventava troppo grande per essere ricordato. La voglia di iniziare la battaglia, le corse a delimitare le porte, segnate da magliette ammonticchiate a far da palo, mentre la traversa era lasciata all’immaginazione, ciascuno con la propria posizione sul campo, conoscendo a memoria ruoli e squa...