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Maestri di vita

(Dove tagliano i capelli gli adolescenti?)




Avete fatto caso che passando davanti ai pochi barbieri ancora oggi in attività (da anni ormai vanno di moda gli acconciatori unisex) non si vedono quasi più i ragazzi o i bambini sul cavalluccio? I clienti sono costituiti per lo più da adulti e pensionati sprint.

Dove tagliano i capelli gli adolescenti?

Quasi come a voler capire il mistero dell’origine dell’universo, dopo aver trovato la risposta (in casa, dalla parrucchiera della mamma, in saloni unisex?), mi sono domandato comunque perché i giovani non frequentano più quelle botteghe tanto antiche quanto indispensabili.

Lì, in quei luoghi che sapevano (e forse sanno ancora) di talco e profumi improponibili (come quello dell’odioso liquido color rosa che spargevano e spargono ancora sulla sfumatura rigorosamente fatta a macchinetta) si formavano Uomini.

Non pensiate ch’io mi riferisca alle parte di personalità sociale che riguarda le futili cose del mondo, come il lavoro, la politica o lo sport.

Lì si parlava tanto, e soprattutto noi ragazzi si ascoltava, di sesso.

Gli adolescenti facevano passare avanti gli altri clienti, sperando di sentire qualche storia piccante sulla moglie del fornaio, colta insieme al macellaio mentre insieme imbottivano un panino con la carne o del garzone prestante che portava la spesa a casa (poca ma tutti i giorni) a quella cliente che il padrone credeva solo petulante.

Ma non bastavano le lezioni dei Professori, bisognava studiare; e i libri di testo erano lì, gratis.

I testi a disposizione, oltre a Tex, Black Macigno, Capitan Miki, Diabolik, Kriminal e altri, utilizzati dai più avventurosi che frequentavano una diversa facoltà, inutile dirlo i più consunti, passati di mano in mano, erano Satanik, Vampirella e Isabella, quest’ultima apripista del fumetto erotico-avventuroso con eroine procaci e disinibite. E altri ancora, come Jacula, Jolanda de Almaviva (alcuni mirabili disegni erano addirittura di Milo Manara), Zora e l’improbabile ed evocativo Sukia.

Quindi era questo il motivo che spingeva i giovani ad avere un aspetto curato.

E sì, confessiamolo, di quei tempi non era facile vedere come era fatto un corpo femminile, specialmente nature. Se ne sentiva solo parlare, voci di corridoio (anche quando ancora non li frequentavamo, più voci di oratorio); i fratelli più grandi raccontavano dell’esistenza di parti anatomiche che immaginavamo solo vagamente e che mitizzavamo neanche fossero l’Unicorno o l’Hydra.

E poi scoprivamo anche che i grandi avevano raccontato per sentito dire e che, quindi, all’ennesimo riportare di come erano quelle creature che tanto desideravamo, esse avevano già tre o quattro seni e nascondevano organi che, per via delle nostre reiterazioni verbali, erano divenuti enormi e simili a una pianta carnivora.

Beh, facciamola breve, quei corpi mostruosi (trasformatisi in tal modo dal troppo parlarne e non fruirne) non esistevano, né esistevano quelli perfetti rappresentati dai disegnatori, perlomeno a noi non era dato conoscerli.

In definitiva esistevano solo le ragazze che ci guardavano giocare al calcio e ci facevano vibrare (anche) il cuore.

Quando tutti gli organi deputati si destavano contemporaneamente, allora, solo allora, eravamo pronti per l’Amore.

by Sthepezz


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